L'ARCHIVIO DI OLTREILCARCERE

Dal 2007 al 2014 sono stati pubblicati più di 1300 documenti che hanno trattato argomenti riferiti al Servizio Sociale della Giustizia, agli Uffici per l'Esecuzione Penale Esterna, al Sistema dell'Esecuzione Penale Esterna attraverso solidarietaasmilano.blocspot.com

giovedì 25 giugno 2009

domenica 21 giugno 2009

COMUNICATO STAMPA
Milano, 17 giugno 2009
L’Ufficio del Garante dei diritti delle persone limitate nella libertà attivo presso la Provincia di Milano - in ottemperanza al mandato che comporta l’attivazione nei confronti delle Amministrazioni pubbliche interessate affinché queste ultime assumano le necessarie iniziative volte a garantire le prestazioni relative alla effettiva tutela dei diritti delle persone sottoposte a provvedimenti limitativi della libertà - ritiene importante segnalare quanto sostenuto da operatori impegnati, con differenti ruoli, all’interno del sistema dell’esecuzione penale per adulti con riferimento alle gravi criticità che sempre più risultano compromettere, con le condizioni di lavoro, l’efficace perseguimento delle finalità costituzionalmente sancite in materia.
Il personale di Polizia penitenziaria così ha espresso di recente le proprie preoccupazioni al riguardo: “In questo momento, i Sindacati che rappresentano l’80% del Personale sindacalizzato ritengono che vizi e patologie annose e sottovalutate, unitamente all’endemica incapacità penitenziaria di analizzare le situazioni e commisurare le esigenze alle risorse disponibili, stanno agendo sinergicamente con l’assenza in sede politica di progetti e di alternative al mero contenimento dei soggetti in luoghi diventati assolutamente inumani ed inigienici.” (dal comunicato stampa del 4 giugno 2009).
Le Organizzazioni Sindacali che rappresentano il personale in servizio presso l’Ufficio per l’Esecuzione Penale Esterna competente per le province di Milano e Lodi, d’altro canto - in una lettera del 5 giugno 2009 indirizzata a numerosi soggetti istituzionali, fra i quali il Ministro della
Funzione Pubblica – riferiscono:
“I lavoratori lamentano il venir meno delle essenziali condizioni lavorative per svolgere le ordinarie attività istituzionali …la cronica carenza di organico sia nell’area di servizio sociale sia nell’area amministrativa; carenza mai colmata, aggravata dai carichi di lavoro di gran lunga superiori alla media nazionale… (e dalla necessità di) misurarsi con i tagli di spesa consistenti che sono stati effettuati ai fondi dell’Amministrazione… Tali tagli hanno già messo in crisi le risorse per l’acquisto del carburante per le auto di servizio con una ricaduta sul personale al quale viene richiesto di effettuare il più possibile interventi esterni con i mezzi pubblici anticipando le somme sostenute per le spese di viaggio. Si osserva che l’Amministrazione, da una parte richiede prestazioni professionali ottimali e dall’altra mortifica l’attività professionale, nel momento in cui non fornisce gli strumenti che costituiscono “l’essenza” del lavoro dell’Ufficio”.
Gli esperti in psicologia, criminologia e sociologia della cui consulenza l’amministrazione penitenziaria si avvale per concorrere all’osservazione “scientifica” della personalità dei condannati e alla formulazione e implementazione dei piani personalizzati di trattamento, hanno reso di recente nota l’organizzazione di una iniziativa di sensibilizzazione programmata per il 26 giugno p.v. “allo scopo di evidenziare agli organi competenti la precarietà e la pressoché totale impossibilità, per queste professionalità qualificate nella Valutazione e Trattamento dei detenuti, a svolgere tale funzione, nonché a garantire agli stessi i Livelli Essenziali di Assistenza sanitaria di natura psicologica.”
Nel prendere atto, anche per tale via, della gravità delle condizioni denunciate, l’Ufficio si unisce alle richieste di interventi non congiunturali e non sintomatici più volte, anche di recente, formulate sia dai singoli Garanti istituiti presso gli Enti Locali e le Regioni, sia dai rispettivi organismi di coordinamento.

Il Garante, Giorgio Bertazzini
Il Direttore dell’Ufficio, Patrizia Ciardiello

giovedì 11 giugno 2009

LE OO.SS. DENUNCIANO SITUAZIONE UEPE MILANO

CGIL FP - CISL FPS - RDB- RSU UEPE MILANO

Milano, 05/06/2009

AL Ministro della Giustizia

On.le A.Alfano

Al Ministro della F.P.

On.le R. Brunetta

Al Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria

Dott. F. Ionta

Al Direzione Generale dell’Esecuzione Penale Esterna

Dott. Turrini Vita

Al Provveditorato Regionale Lombardia

MILANO

Al Prefetto di

MILANO

Al Direttore UEPE

Milano

Al Presidente del Tribunale di

MILANO

Al Presidente del Tribunale di Sorveglianza di

MILANO

E p.c. Alle Direzioni degli Istituti Penitenziari

OPERA

S. VITTORE

BOLLATE

MONZA

LODI

Alle RSU degli UEPE Regione Lombardia

Alle RSU degli UEPE Nazionali

All’Ufficio del Garante per la tutela dei diritti fondamentali dei detenuti

per il loro inserimento sociale

MILANO

OGGETTO: situazione dell’ UEPE di Milano

Le OO.SS., con il presente documento, intendono denunciare la grave situazione in cui versa il personale dell’Ufficio Esecuzione Penale Esterna di Milano e Lodi.

I lavoratori lamentano il venir meno delle essenziali condizioni lavorative per svolgere le ordinarie attività istituzionali.

In particolare risulta ormai insostenibile la cronica carenza di organico sia nell’area di servizio sociale che nell’area amministrativa; carenza mai colmata, aggravata dai carichi di lavoro di gran lunga superiori alla media nazionale, resa ancor più complessa dai numerosi distacchi di personale, concessi dal DAP, verso altri uffici dell’Amministrazione. Inoltre, nel corso degli ultimi anni, dall’area di servizio sociale sono state distaccate alcune unità anche presso il locale PRAP.

Si evidenzia anche che le richieste di trasferimento del personale non rientrano soltanto in un normale turn over. Talvolta risultano essere la conseguenza del malcontento e della sofferenza dei dipendenti che non sono valorizzati nella loro professionalità oltre che non considerati per il ruolo ricoperto e in alcuni casi ostacolati da rapporti conflittuali con la Direzione.

L’indulto, per l’Uepe di Milano, si è rivelato uno strumento di normalizzazione dei carichi di lavoro, poiché questo Ufficio a differenza di altri Uepe d’Italia ha sempre mantenuto un consistente carico di lavoro. L’effetto indulto è da tempo comunque concluso, come dimostrano i dati, dove le misure alternative e le indagini, aumentano in modo esponenziale; peraltro la situazione è nota al DAP avendo il PRAP stesso fornito un report al capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria Dott. Ionta, in occasione della sua visita a Milano.

Il personale, nello svolgimento quotidiano della proprie mansioni, deve inoltre misurarsi con i tagli di spesa consistenti che sono stati effettuati ai fondi dell’Amministrazione Penitenziaria; fondi che sono necessari per permettere l’espletamento delle funzioni istituzionali. Tali tagli hanno già messo in crisi le risorse per l’acquisto del carburante per le auto di servizio con una ricaduta sul personale al quale viene richiesto di effettuare il più possibile interventi esterni con i mezzi pubblici anticipando le somme sostenute per le spese di viaggio. Tale situazione sta ulteriormente incidendo gravemente sulla funzionalità di questo Ufficio già gravato dai problemi sopra evidenziati.

Si osserva che l’Amministrazione, da una parte richiede prestazioni professionali ottimali e dall’altra mortifica l’attività professionale in sé, nel momento in cui non fornisce gli strumenti che costituiscono “l’essenza” del lavoro dell’Ufficio. Stante la situazione sopra denunciata risultano paradossali e difficilmente realizzabili le richieste del D.A.P. di seguito elencate:

· Il Piano Esecutivo di Azione 2003 dal titolo ”miglioramento della qualità del lavoro dei CSSA per quanto concerne le inchieste sociali e l’elaborazione di progetti di intervento nell’esecuzione delle misure alternative” presentato dalla Direzione Generale dell’Esecuzione Penale Esterna al Ministero della Giustizia.

· Lettera circolare n. 0091537 del 2007 “attività conseguenti alla riduzione delle persone prese in carico” che suggerisce ottimale un incontro personale dell’affidato una volta alla settimana con l’affidato nei vari contesti possibili (abitazione, luogo di studio o lavoro, sede di ufficio); sufficiente un incontro quindicinale;

· Il progetto in itinere sulla redazione del programma di trattamento in favore degli affidati per l’elaborazione del quale è necessaria una profonda conoscenza del soggetto nel suo contesto di vita;

· Il lavoro per progetti che vede il personale di servizio sociale sempre più impegnato sul territorio in un’attività di rete.

In considerazione di quanto su esposto, il personale ritiene che non si possono conciliare le esigenze della Pubblica Amministrazione, di una maggiore produttività e qualità professionale, con la carenza di strumenti e risorse indispensabili per rispondere a tali richieste.

Pertanto il Personale esprime il suo profondo disagio per le difficoltà sempre maggiori di garantire i propri compiti istituzionali e per le condizioni di lavoro precarie, di rischio oltre che lesive della dignità del lavoratore.

Per tutto quanto sopra esposto il personale dell’UEPE di Milano chiede agli Organi Superiori, che leggono, di predisporre ogni intervento utile, per quanto di competenza, alla risoluzione delle problematiche a tutela dei lavoratori.

In mancanza di una sollecita ed esaustiva risposta, entro la fine del mese in corso, le scriventi OO.SS. saranno costrette a proclamare lo Stato di Agitazione del personale dell’Ufficio Esecuzione Penale Esterna di Milano e Lodi .

CGIL FP Milano – CISL FPS Milano – RDB Milano - RSU Uepe Milano