L'ARCHIVIO DI OLTREILCARCERE

Dal 2007 al 2014 sono stati pubblicati più di 1300 documenti che hanno trattato argomenti riferiti al Servizio Sociale della Giustizia, agli Uffici per l'Esecuzione Penale Esterna, al Sistema dell'Esecuzione Penale Esterna attraverso solidarietaasmilano.blocspot.com

mercoledì 23 aprile 2014

Berlusconi sottoscrive il verbale prescrizioni

Lastampa.it

Per Berlusconi oggi scatta il giorno della libertà limitata

Nel pomeriggio firmerà il decreto delle prescrizioni:  potrà spostarsi da Arcore solo con apposite autorizzazioni
REUTERS
     
L’appuntamento è alle cinque del pomeriggio: via Numa Pompilio a Milano, cento metri in linea d’aria da San Vittore. Lì ha sede l’Uepe (Ufficio esecuzione penale esterna) dove Berlusconi è atteso con o senza avvocati per apporre la firma in calce al «decreto di prescrizioni», ovvero alla lista degli obblighi cui l’ex premier dovrà attenersi durante l’affidamento in prova ai servizi sociali. Probabile che, nell’occasione, il responsabile dell’ufficio ne profitterà per definire come e quando il condannato dovrà presentarsi al centro anziani per dare una mano, come ha stabilito il Tribunale di sorveglianza, anche in vesti di «animatore». 
 
Messa la firma, e concluso il colloquio, fino al 10 marzo 2015 Berlusconi non sarà più completamente libero di fare o di andare. Dovrà risiedere ad Arcore, con facoltà di spostarsi a Roma solo dal martedì al giovedì. A titolo di esempio, domani sera lo vedremo ospite da Vespa. Però non in diretta: la puntata di «Porta a porta» verrà registrata già nel primo pomeriggio, in modo che Berlusconi possa rientrare a Milano entro la mezzanotte come Cenerentola, per l’esattezza prima delle 23. Se vorrà recarsi altrove, anche per tenere i comizi della campagna elettorale, dovrà mettere nero su bianco tutti i suoi spostamenti e chiedere prima il permesso al magistrato, nella persona della dottoressa Crosti. Di volare all’estero, per l’uomo che ha rappresentato l’Italia in lungo e in largo non se ne parla nemmeno. Sarà tenuto a versare puntualmente l’assegno all’ex consorte (1 milione 400 mila euro al mese), non potrà frequentare pregiudicati, dovrà sempre tenere in tasca una copia del «decreto» con tutti i suoi obblighi in modo da mostrarla a qualunque poliziotto che gliene facesse domanda. E poi, naturalmente, dovrà trascorrere almeno 4 ore a settimana tra gli anziani. Dove, va chiarito, non saranno affatto rose e fiori. 
 
Chi tra i «berluscones» lo racconta voglioso di incominciare, addirittura scalpitante, dice panzane. Il Cavaliere vive molto male questo momento. Continua a proclamarsi innocente e ritiene di essere sottoposto a un’afflizione ingiusta. Somatizza l’umiliazione di dover sfilare davanti a una ressa di telecamere oggi, quando si recherà a sottoscrivere la propria capitolazione, e ancor di più il 28 aprile prossimo, data probabile in cui dovrà presentarsi in quel luogo di autentica umana tragedia che è la Fondazione Sacra Famiglia di Cesano Boscone. Solo chi non ha mai incontrato la sofferenza degli anziani disabili può immaginare che Berlusconi possa o voglia costruirci sopra la propria campagna elettorale, proponendosi a colpi di interviste quale suadente paladino della terza età... Già è molto se l’uomo riuscirà a superare l’impatto emotivo di certe situazioni con cui verrà a a contatto. E comunque, mai gli verrebbe consentito di raccogliere voti sulla pelle di vecchietti non in grado di badare a se stessi. Da quelle parti fanno sapere che di tutto hanno necessità, tranne che dei circhi mediatici e dei teatrini politici. 

martedì 22 aprile 2014

NyTimes: Milan Court Gives Berlusconi a Year of Community Service

 

www.nytimes.com


ROME — For a man who attracted headlines — and legal trouble — for cavorting with bevies of young, and sometimes very young, women, being forced to spend time with people closer to his own age may be a bitter pill for Silvio Berlusconi.
Yet that is the fate that awaits Mr. Berlusconi, 77, the media mogul and former prime minister, after a Milan court on Tuesday ordered him to spend at least four hours a week helping older people in a care home in Lombardy. The sentence, a year of community service, was imposed as an alternative to the year in prison he received after a 2012 trial for tax fraud.
Supporters of Mr. Berlusconi’s Forza Italia party were relieved by the court’s ruling that he would be able to travel to Rome for three days a week, permitting him to continue his political activities. The sentence stipulates that he must spend the majority of his time in Lombardy, where his main home is, and get permission to go elsewhere in Italy.
Even though Mr. Berlusconi was stripped of his Senate seat last year and is banned from holding public office for two years, he remains the undisputed leader of Forza Italia, Italy’s largest center-right party. His supporters, who insist that he is an innocent victim of a politically motivated justice system, feared that the judges would try to clip the three-time prime minister’s ability to campaign before the European Parliament’s elections next month. In a statement, Franco Coppi and Niccolò Ghedini, his lawyers, called the decision “balanced and satisfying, even in relation to his political needs.”
Mr. Berlusconi will serve his sentence by working with incapacitated elderly people at a care home in the town of Cesano Boscone, in Lombardy, about 25 miles from his villa in Arcore, northeast of Milan, where he must adhere to a strict 11 p.m. curfew. Mr. Berlusconi’s original sentence of four years in prison was commuted to one year after a law was passed to control prison crowding. He could get a further reduction for good behavior.
It was not immediately clear what Mr. Berlusconi would do for the residents of the Fondazione Sacra Famiglia, or Sacred Family Foundation. The residence, which was founded in 1896, also assists people with disabilities, according to its website.
The news agency ANSA reported the residence includes a church, a cemetery, soccer and bocce fields, and various crafts areas. There is also a theater, which could have a certain appeal for Mr. Berlusconi, who once was a singer on cruise ships.
The foundation was recommended to the court by the judicial body that oversees alternatives to imprisonment, taking a number of variables into consideration, according to Severina Panarello, director of the Milan branch of the Office of Outside Sentence Enforcement. Ms. Panarello is to meet regularly with Mr. Berlusconi throughout the year to discuss his community service duties.
Mr. Berlusconi’s legal troubles are far from over. He is appealing a conviction for paying for sex with an under-age dancer, and he is accused in a separate case of bribing a lawmaker to switch sides in 2006 and bring down the standing center-left government.
The European Parliament elections next month will be a litmus test of sorts to determine the political weight of the Democratic Party under its new leader, Prime Minister Matteo Renzi, and the popularity of the anti-establishment Five Star Movement, which has capitalized on the antipolitical sentiment that is widespread in an exasperated Italian society. But the elections will also gauge the staying power of Mr. Berlusconi, whose party has increasingly splintered.
Community service “is the least worse scenario for Berlusconi, allowing him to participate in the campaign and find a way of communicating out of necessity, because without him Forza Italia seriously risks disappearing,” said Sergio Fabbrini, a political scientist and director of the Luiss School of Government in Rome.

L'affidamento ai servizi sociali non è una gogna

lastampa.it (Obliqua-mente )
Oltre Silvio Berlusconi la misura alternativa al carcere riguarda più di undicimila persone di cui nessuno parla
 
di gianluca nicoletti
 
L’affidamento di Silvio Belusconi ai servizi sociali ha suscitato un’ondata d’ilarità mediatica, amplificata da infinite catene di facezie da social cazzeggio.  
Non sono mancate frasi epiche intrise di disprezzo per il tipo di servizio che l’ ex premier dovrà svolgere. Si andava dal “va a pulire i cessi” a “va a pulire il sedere ai vecchi”.  
 Sospendiamo il giudizio sul personaggio in questione, che per il suo ruolo politico e pubblico può suscitare sentimenti e risentimenti di ogni tipo.  
Riflettiamo però sul fatto che l’opinione comune sia generalmente orientata verso il pregiudizio condiviso che questo tipo di provvedimento giudiziario sia mirato alla mortificazione, all’umiliazione, all’annientamento psicologico del condannato. I servizi sociali sono visti come un’attività assimilabile a una tortura psicologica, una sorta di gogna quotidiana.  
Le cose in realtà non stanno così: in un’intervista rilasciata a Redattore Sociale Rita Crobu, dirigente dell’Uepe, l’Ufficio di esecuzione penale esterna del Ministero della Giustizia spiega che l’affidamento in prova ai servizi sociali è uno strumento importante che “non va banalizzato né ridicolizzato, perché permette di scontare realmente la pena reinserendo il condannato nella società”.  
Questo è fondamentale – spiega – soprattutto dal punto di vista della recidiva, i cui dati ci dicono che è meno frequente tra chi sconta misure alternative di chi è detenuto in carcere. In Italia a seguire questo iter è un vero e proprio esercito silenzioso, che è in costante aumento (quintuplicati dal 2006). Al 31 marzo 2014 le pratiche attive sono state 11.646.  
Nella maggior parte dei casi sono persone che non fanno notizia, ma che sono sottoposte alla misura alternativa al carcere che sconterà anche l’ex premier Silvio Berlusconi. Per loro è una concreta possibilità di riconquistare dignità sociale attraverso un’ esperienza reale delle difficoltà e della sofferenza che attraversano quotidianamente enormi fasce di popolazione, di cui chi delinque spesso non ha nemmeno la percezione, ma di cui purtroppo nemmeno la “brava gente” che giudica realizza la dolorosa esistenza

L'ordinanza di affidamento di Berlusconi letta da un comune cittadino

http://noisefromamerika.org/articolo/ordinanza-affidamento-berlusconi-letta-comune-cittadino

20 aprile 2014 andrea moro
 
È uscita l'ordinanza di affidamento in prova ai servizi sociali di Berlusconi. Ne propongo una lettura da "comune cittadino", non possedendo speciali competenze giuridiche salvo l'aver superato all'università qualche esame di diritto. Ho voluto compiere uno sforzo di comprensione del linguaggio prolisso e spesso ripetitivo dei giudici per cercare di capire quello che si stanno chiedendo tutti gli italiani: perché la pena sia così esigua, se sia vero o no che Berlusconi stia ricevendo un trattamento speciale. Ne è uscito un post lungo quasi quanto l'ordinanza, ma, ve lo prometto, più leggibile, e meno ripetitivo. C'è materiale per comici professionisti, ma anche, credo, molto da imparare. 
Va chiarito innanzitutto che i giudici del tribunale di sorveglianza dovevano solo decidere sull'affidamento. Erano perciò vincolati dalla sentenza del tribunale di Milano, che ha condannato Berlusconi a quattro anni di reclusione, ridotta ad un anno grazie ai benefici dell'indulto del 2006. Sorvoliamo anche sulle circostanze riguardanti l'indulto, votato con ampia maggioranza da un parlamento sul quale Berlusconi esercitava non poca influenza, in un ennesimo, specialissimo caso di conflitto di interessi: Berlusconi sapeva di aver commesso un reato e votava (e faceva votare) a se stesso un'eventuale riduzione di pena nel caso fosse stato condannato; lo scopo dell'indulto era quello di svuotare carceri sovraffollate, scopo che si presume sarebbe stato superato dopo otto anni dall'emergenza. Lo sconto di pena rimane invece utilizzabile, ma questo è altro tema, che rimando ai giuristi. 
I giudici si trovano a decidere sull'affidamento ai servizi sociali entro questi limiti. Nella motivazione, notano che le misure alternative hanno natura di vere e proprie sanzioni penali e ricordano con una certa dose di ripetitività che l'affidato in prova "rimane persona socialmente pericolosa [altrimenti] non si potrebbe eseguire una pena ad una persona totalmente rieducata", pena la violazione del principio costituzionale per cui la pena ha scopo rieducativo.
Le misure alternative servono perciò a rieducare il condannato con un opportuno e guidato inserimento nella società, per recuperare lentamente quei valori di accettazione delle regole del diritto e dell'ordinato vivere civile che aveva perso nell'esecuzione ripetuta e prolungata di un reato (in questo caso, dal 2001 al 2003). Questa progressiva accettazione dei valori civili può anzi avvenire più facilmente in un contesto di inserimento sociale piuttosto che attraverso il carcere o gli arresti domiciliari, che avrebbero "una valenza meramente afflittiva, impedendo che il condannato si possa attivare per la sua rieducazione".  
La normativa tuttavia richiede che il soggetto possieda, scrivono i giudici:
almeno in nuce le condizioni [...] perché possa essere promosso un processo di modificazione delle condizioni e degli atteggiamenti personali ... che sono di ostacolo ad una costruttiva partecipazione sociale (v. art. 1 DPR 230/2000). Appare dunque fondamentale la condotta tenuta in libertà dal Berlusconi dopo la condanna oggi in esecuzione
La decisione di affido dunque richiede sostanzialmente la valutazione dell'esistenza di tali condizioni. Visti i continui e reiterati attacchi di Berlusconi alla magistratura (non ultimo quello pronunciato successivamente alla sentenza), la condanna in primo grado al processo cd. "Ruby", e gli altri procedimenti pendenti, il comune cittadino comincia a chiedersi quale ragionamento logico possano i giudici avere effettuato per arrivare alla conclusione che conosciamo.
La motivazione della decisione è un esercizio di retorica intrisa di diniego, omissioni e difetti di coerenza, che appaiono stupefacenti a chi non sia ancora assuefatto alla permanente condizione di eccezionalità che circonda la storia del soggetto
Mi spiego. I giudici precisano inizialmente che occorre concentrarsi sugli atti del condannato piuttosto che sulle sue parole, anche perché (i) se bastassero le parole, uno può sempre dirsi pentito, ma poi comportarsi altrimenti; (ii) rimane il diritto del condannato di ritenersi innocente o vittima di errori giudiziari, perché al giudice interessa solo la sussitenza dei presupposti per la concessione delle misure alternative menzionate sopra. Sembra un discorso ragionevole: fatti, non parole. 
Ma su quali fatti può basarsi la decisione di affidamento? Pochi, e su quei pochi si può esercitare una discrezionalità di giudizio tanto ampia quanto sconcertante. Passo ad elencarli. 
1) Il versamento all'agenzia delle entrate di 10 milioni a fronte di 7.3 milioni di imposte inevase per gli anni 2002 e 2003, come richiesto dalla sentenza. 
La logica è: siccome hai accettato di restituire il maltolto, allora esiste la volontà di accettare le regole della convivenza sociale. Domanda: aveva, Berlusconi, la possibilità di rifiutare il versamento? Da professore di economia, potrei impartire ai giudici la lezioncina di Economia 1 sul concetto di costo opportunità, ma non lo farò. Basta il ragionamento del comune cittadino: se Berlusconi non avesse versato, sarebbe stato soggetto ad altri capi di imputazione, ed il carcere sarebbe stato inevitabile. A questo punto tanto varrebbe osservare che Berlusconi in auto si ferma davanti al rosso, o non supera i 50Km/h in centro (abitudini che comunque farei controllare) per argomentare che qualche regola sociale lui effettivamente la segue, quindi c'è speranza che cominci anche a seguire le altre, con quattro ore di volontariato la settimana. 
Osservo che un'alternativa Berlusconi in realtà ce l'aveva: versare anche i 6.6 milioni evasi nel 2001, anno per il quale è valsa la prescrizione. I giudici omettono che il NON averlo fatto dimostra proprio il contrario di quanto l'ordinanza cerca di argomentare: mancanza di rispetto per la sentenza, la collettività e le istituzioni. Considerando la penale, il contribuente è a credito ancora di 3.9 milioni. 
2) La disponibilità ad accettare l'affidamento ai servizi sociali. Avete letto bene: i giudici ritengono che l'aver semplicemente richiesto l'affidamento sia dimostrazione di un principio di ravvedimento. Ancora una volta: costi opportunità, questi sconosciuti. I giudici fingono di non ricordare che l'alternativa era non diciamo il carcere, ma gli arresti domiciliari. O, semplicemente, che senza la richiesta di affidamento, non ci sarebbe stato alcunché da motivare!
Fingono inoltre di ignorare (ma lo menzionano in un paragrafo rivelatore) che il condannato in una memoria difensiva aveva richiesto di effettuare volontariato presso un centro di ippoterapia sua proprietà. Ripeto: ippoterapia di sua proprietà. Qui i giudici mostrano un barlume di indignazione, affermando che tale richiesta "svilisce di fatto il significato trattamentale della prescrizione che il Tribunale intende applicare". Il comune cittadino avrebbe interpretato questo suggerimento della difesa come una colossale presa in giro, l'ennesima dimostrazione di spregio alle famose norme di convivenza sociale per negare la richiesta. Quattro ore di equitazione la settimana presso una tua tenuta, are you serious?
3) Le dichiarazioni pubbliche del condannato. Qui I giudici si trovano di fronte ad un bel conundrum (come si dice a Bassano del Grappa e, mi dicono, anche a Castellamare di Stabia). Il condannato non ha dimostrato in questi mesi alcun pentimento, attacca in continuazione la magistratura nel suo complesso, ed i magistrati che lo hanno condannato in modo specifico, si lamenta di ogni iniziativa e pronuncia nei propri confronti. Come uscirne?
Semplice, basta fare finta di credere, come troviamo scritto nella sentenza, che queste affermazioni facciano parte della normale retorica politica, cioé sono bugie che I politici sono soliti affermare nel normale esercizio della loro attività: "Ritiene questo tribunale di inquadrare siffatte dichiarazioni nell'ambito della strategia politica di un uomo che ha fatto di tali dichiarazioni uno dei propri cavalli di battaglia". 
Il comune cittadino deve sforzarsi ad esercitare una disperata sospensione dell'incredulità. I giudici avevano prima scritto che non bastava fidarsi delle parole, ma lo intendevano in senso negativo: non ci fidiamo che tu ci dica che ti sei pentito, serve qualcosa di piu'. Ma se invece dice il contrario, sta sicuramente dicendo delle bugie. Viene da chiedersi cosa si debba dire/fare per vedersi negato l'affidamento. 
Ci consola solo che questa brillante interpretazione non sia frutto della materia grigia dei giudici ma materiale tratto sostanzialmente dalla memoria presentata dalla difesa: "la valutazione della personalità dell'istante non dovrà essere influenzata dalle dichiarazioni riportate dai media [...] spesso frutto di 'botta e risposta piuttosto che di riflessioni personali. [...] Non va dimenticato infatti che ciò che egli dichiara è soprattutto indirizzato ai sostenitori di partito [...]". Insomma, Berlusconi quando si lamenta pubblicamente della sentenza sta mentendo ai suoi elettori, ce lo sta dicendo lui stesso. O sta facendo l'occhiolino, mentendo quando dice di mentire, in un documento ufficiale presentato ad un tribunale, altro esempio di possesso delle condizioni "almeno in nuce", di ravvedimento e di rispetto per le istituzioni che consentano una "costruttiva partecipazione sociale" che i giudici avevano il compito di rilevare. 
4) Le dimissioni da senatore e da cavaliere del lavoro, "nel pieno rispetto delle regole democratiche, istitutuzionali e giuridiche". In alternativa, avrebbe potuto incatenarsi al cancello di palazzo Madama inviando via twitter pernacchie ai cavalieri del lavoro, nel qual caso il rispetto delle regole sarebbe stato solo parziale e avrebbe meritato almeno gli arresti domiciliari in un castello con tenuta di propria scelta. 
5) Ci sono poi le cause in corso, Ruby in particolare, che non dimostrano nulla a favore di quanto si sta argomentando.  Ed infatti i giudici le menzionano in un paragrafo, omettendo ogni commento, né a favore né contro il loro ragionamento. Lo interpreto come dimostrazione che nessuna logica è in grado di negare quello che il comune cittadino conclude senza dover superare esami e concorsi: Berlusconi ha continuato, dopo il reato in oggetto, ad esercitare il suo potere in spregio alle regole di convivenza civile che qui si vorrebbe il condannato avesse dimostrato di poter accettare. 
6) Infine, nessuna parola sull'ammontare della misura alternativa, 4 ore settimanali, nessun confronto o accenno a come si comportino, in media, i tribunali di sorveglianza nella generalità dei casi di affidamento, che hanno certo ognuno la propria specificità, ma che servirebbero al comune cittadino a capire quanto sia stato preso per i fondelli. 
L'impressione è che la discrezionalità sia enorme, che il potere giudiziario nel suo complesso, esausto, sia disposto ad un triplo salto mortale con doppio avvitamento attorno a fatti, parole e logica pur di lasciarsi dietro questa vicenda. Esistono, ovviamente, interpretazioni più maliziose, ma non meno plausibili. Il comune cittadino continuerà a pensare che Berlusconi abbia ricevuto un trattamento di favore; la magistratura continuerà a far finta di aver operato nei limiti di regole valide per tutti; Berlusconi continuerà a dichiarare di aver subito un'ingiustizia.

Ordinanza Affidamento Berlusconi

L'ordinanza integrale  di Berlusconi è già nel web:

http://www.scribd.com/doc/219239594/Ordinanza-Berlusconi-Servizi-Sociali-2014


http://www.magistraturademocratica.it/mdem/qg/articolo.php?id=419
 

martedì 15 aprile 2014

Berlusconi e gli altri “affidati”: l’esercito silenzioso di cui nessuno parlava

 

La misura dell’affidamento ai servizi sociali, che sconterà anche l’ex premier, lo scorso anno aveva coinvolto 22 mila persone. Al 31 marzo erano 11 mila le pratiche attive. Dal 2006 sono aumentate di oltre 5 volte. Boom anche per i lavori di pubblica utilità

11 aprile 2014
 
ROMA - Nel 2013 in Italia sono stati trattati 22.357 affidamenti in prova al servizio sociale, al primo trimestre del 2014 le pratiche attive erano 11.646. Una misura in costante aumento (quintuplicata dal 2006) quella che sconterà anche l’ex premier Silvio Berlusconi e che coinvolge una platea di persone sempre più ampia. Complici le ultime misure normative, tra cui il cosiddetto “decreto svuotacarceri”, infatti tutte le misure alternative stanno aumentando anno dopo anno.

Stando ai dati del ministero della Giustizia, al 31 marzo 2014 sono 30.683 le persone che stanno attualmente scontando una pena alternativa al carcere: oltre ai già citati 11.646 con l’affidamento in prova al servizio sociale, 800 sono invece le persone in semilibertà e 10.071 in detenzione domiciliare. 4.857 persone stanno poi svolgendo lavori di pubblica utilità (Lpu): 3.103 sono in libertà vigilata. 193 scontano la pena in libertà controllata, 4 hanno invece la sospensione condizionata della pena.
Nel dettaglio, tra gli 11.646 che sono in affidamento in prova ai servizi sociali, invece, 5.570 sono i condannati che si trovavano in stato di libertภ2.603 i condannati dallo stato di detenzione (provenienti dagli arresti domiciliari), 90 le persone in misura provvisoria. 1.014 sono i condannati tossicodipendenti o alcolisti affidati direttamente ai servizi sociali, mentre 1.923 sono i tossico/alcool dipendenti provenienti dagli arresti domiciliare e 398 sono quelli in misura provvisoria. In 4 casi si tratta di persone affette da Aids condannate dallo stato di libertà mentre 44 sono i malati di Aids provenienti dagli arresti domiciliari.
“Si tratta di un esercito silenzioso: undicimila persone che nella maggior parte dei casi non fanno notizia – sottolinea Rita Crobu, dirigente dell’Uepe, l’Ufficio di esecuzione penale esterna del ministero della Giustizia – Sui  mass media le notizie riguardano, nella maggior parte dei casi, i detenuti in sovraffollamento, ma le misure alternative al carcere stanno aumentando ed è giusto parlarne. Anche perché negli anni passati lo scarso riscorso alla misura è dovuto anche alla poca conoscenza, questo è accaduto nel caso dei lavori di pubblica utilità, anche questi in crescita negli ultimi anni. Ma va ricordato che in parte si tratta di un aumento legato al parallelo aumento della popolazione carceraria e in parte agli ultimi provvedimenti legislativi adottati, tra cui lo svuotacarceri”. Nel caso dei lavori di pubblica utilità, ad esempio, il boom di richieste si è avuto tra il 2011 e il 2012 quando le richieste sono passate da 62 del 2010 a 1.341.
Futuro analogo potrebbe avere anche lo strumento dell’affidamento in prova con l’approvazione del decreto sulla messa alla prova per persone che hanno una pena sospesa, spiega ancora Crobu. “In questo caso si amplierà di molto la platea e cambierà l’impegno degli Uepe - afferma – che dovrà essere potenziato in termini di organico e di strutture che lavorano per permettere l’applicazione dello strumento”.  Per la dirigente dell’Uepe l’affidamento in prova è uno strumento importante che “non va banalizzato né ridicolizzato, perché permette di scontare realmente la pena reinserendo il condannato nella società. Questo è fondamentale – spiega – soprattutto dal punto di vista della recidiva, i cui dati ci dicono che è meno frequente tra chi sconta misure alternative di chi è detenuto in carcere. Questo spiega anche perché, in mancanza di ostacoli, i giudici sono orientati a concedere questo tipo di misure che portano buoni risultati a tutta la società”. (ec)

sabato 12 aprile 2014

Giustizia: Berlusconi è in carico all'Uepe di Milano, che ha 46 operatori per 4.200 condannati

 

 
 
Ansa, 10 aprile 2014
 
L'Uepe, acronimo di Ufficio Esecuzione Penale Esterna, era quasi sconosciuto fino a qualche giorno fa, quando quello di Milano è balzato agli onori della cronaca perché ha redatto la "proposta di giustizia riparativa" per Silvio Berlusconi - che servirà qualora i giudici del Tribunale di Sorveglianza gli concedessero l'affidamento ai servizi sociali - in cui è indicata la struttura nella quale l'ex premier potrebbe svolgere un'attività.
L'Uepe, però, è dal 1975, da quando si chiamava Centro servizi sociali per adulti, che si occupa di migliaia di persone, che, dentro o fuori dal carcere, chiedono misure alternative: detenuti domiciliari semiliberi, ammessi al lavoro esterno, o appunto, persone affidate ai servizi sociali. Attualmente, quello di Milano ha in carico 4.200 persone perché è all'ufficio di Piazza Venino 1, non distante dal carcere di San Vittore, che fanno capo beneficiari di misure alternative e detenuti delle carceri di Lodi, Monza e delle tre milanesi: San Vittore, Opera, Bollate. L'Uepe si occupa anche di verificare se sia effettivamente svolta l'attività di chi ha chiesto e ottenuto, invece di scontare giorni di arresti, di avere accesso ai lavori socialmente utili perché condannato, per esempio, per guida in stato di ebbrezza.
Negli uffici dell'Uepe, anche nel pomeriggio, sono seduti in paziente attesa i condannati che periodicamente si sottopongono a colloqui o a verifiche (un cartello ricorda loro di tenere sempre con sé la prescrizione del Tribunale di Sorveglianza). Sono chiamati per nome e cognome ed entrano a parlare con quelli presenti tra i 46 assistenti sociali che svolgono la gran mole del lavoro (per sei di questi il contratto scadrà a giugno e all'Uepe si avverte una certa preoccupazione) e che sono affiancati da esperti come psicologi e criminologi. Gli assistenti sociali dovrebbero essere in 90, qualora fosse rispettata la pianta organica prevista. Un lavoro oscuro, faticoso e delicato quello dei funzionari dell'Uepe, chiamati a svolgere le cosiddette indagini sociali per la concessione dei benefici (nel caso di Berlusconi non è stato necessario in quanto, sulla scorta di un accordo con il tribunale di Sorveglianza di Milano, non sono necessarie per condannati che devono scontare pene inferiori a un anno) e a verificare puntualmente se siano rispettate le prescrizioni imposte per riferirne ai giudici di Sorveglianza i quali, in caso di violazione, potrebbero revocare i benefici.
La dirigente dell'Uepe di Milano, Severina Panarello, non nasconde le difficoltà quotidiane, con un personale ridotto all'osso a fronte di migliaia di persone di cui ci si deve occupare, ma è da sempre animata da un principio: "L'unica alternativa possibile è meno carcere, e quindi le misure alternative".
E non solo perché lo afferma l'articolo 27 della Costituzione ("Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato") ma anche perché "con le misure alternative possono essere portati a termine con maggiore facilità i percorsi di reinserimento". Ancora, è la convinzione della dottoressa Panarello: "Va sempre concessa una seconda possibilità a una persona e la percentuale di recidiva per gli ammessi alle misure alternative scende al 15%, mentre nel caso di chi sconta la pena solo in carcere è dell'80%".

giovedì 10 aprile 2014

Comunicato Stampa Ordine Assistenti Sociali: Berlusconi e l'affidamento in prova al servizio sociale

 


     Comunicato stampa del 09 aprile 2014- cnoas.it

Berlusconi e l'affidamento in prova al servizio sociale
Domani pomeriggio presso il Tribunale di Milano avrà luogo l’udienza per l’affidamento in prova al servizio sociale dell’amministrazione penitenziaria di Silvio Berlusconi.
Il Consiglio nazionale dell’Ordine degli Assistenti sociali ritiene doveroso, in questa vigilia segnata da una grande eco mediatica, sottolineare alcuni aspetti relativi all’affidamento in prova, strumento fondamentale alternativo alla detenzione.
Le misure alternative riguardano un numero elevatissimo di persone (in Italia, nel 2013 sono stati 22.357 gli affidamenti in prova al servizio sociale, già 11.646 nel primo trimestre del 2014). In particolare, proprio per le sue caratteristiche di progettualità individuale, l’affidamento in prova rappresenta uno strumento di basilare importanza ai fini del reinserimento dei condannati, con una forte valenza di contrasto alla recidiva, che contribuisce concretamente alla costruzione di una società più sicura.
Gli Uffici di Esecuzione Penale Esterna (UEPE), all’interno dei quali esercitano la professione gli assistenti sociali, rappresentano i luoghi dove viene realizzato il progetto di riabilitazione del condannato attraverso l’attività dei colleghi, in collaborazione con le agenzie pubbliche e private presenti sul territorio.
Il Consiglio nazionale dell’Ordine è preoccupato per la banalizzazione della rappresentazione di questo istituto, presente in tutti i paesi europei e non solo.
“Ogni progetto di affidamento - dichiara la Presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine degli Assistenti sociali, Silvana Mordeglia - è differente dall’altro proprio in virtù dell’individualizzazione che viene fatta a vantaggio del singolo e quello di Silvio Berlusconi, per ovvi motivi sotto i riflettori della stampa mondiale, corre il rischio di banalizzare questo istituto. Ciò svilisce il percorso, faticoso ma importante, che con impegno migliaia di condannati stanno oggi seguendo, oltre all’attività dei professionisti che quotidianamente assicurano l’esecuzione della misura alternativa, spesso in condizioni difficili”.
Pur in un contesto segnato da difficoltà organizzative, dal depauperamento costante di risorse e dalla discrasia tra i pronunciamenti politici e la mancata attuazione degli stessi (solo la settimana scorsa il Parlamento ha approvato le nuove disposizioni inerenti all’implementazione delle misure alternative, alle quali sembra non facciano seguito interventi per il conseguente adeguamento del sistema di esecuzione penale esterna), gli assistenti sociali impiegano strumenti professionali che consentono di valutare e monitorare costantemente, dalla fase di indagine fino a quella di esecuzione penale, i livelli di rischio e di bisogno individuale del condannato e l’attuazione del programma di trattamento individualizzato, con interventi di prossimità nel luogo di vita e di lavoro del soggetto affidato.
Grande attenzione, nell’ambito del programma di trattamento, viene data allo svolgimento di attività di giustizia riparativa per il risarcimento del danno.
Le valutazioni dei colleghi dell’Ufficio di Esecuzione Penale Esterna saranno prese in esame, domani, dalla magistratura di sorveglianza che ha il compito di decidere, in completa autonomia, rispetto alla situazione del condannato.
Così come avviene nei percorsi riabilitativi dei moltissimi condannati in affidamento al servizio sociale, i colleghi dell’UEPE di Milano, in caso di erogazione della misura, potranno accompagnare anche Silvio Berlusconi in un percorso di maggiore consapevolezza rispetto alle conseguenze determinate dal reato alla base della condanna.
“Se il sistema – conclude Mordeglia - è un sistema di diritto, e siamo convinti che lo sia, Silvio Berlusconi ha il diritto di accedere all’affidamento in prova, come chiunque altro risponda ai requisiti necessari. L’attività di volontariato che Berlusconi potrà svolgere presso una qualunque struttura o associazione del territorio, dovrà essere svolta in condizioni che non danneggino lo svolgimento dell’esecuzione della pena. Interferire nello svolgimento dell’attività potrebbe inficiare l’andamento del progetto complessivo della misura alternativa. Senza nemmeno parlare del disagio, che una grande attenzione mediatica, determinerebbe ai fruitori dei servizi coinvolti”.

Berlusconi-day, ecco il verdetto-tipo

Espresso.it
Oggi la decisione sull'affidamento. Occhi puntati sui precedenti: ecco tutti i divieti imposti dal tribunale di Milano in un recente caso analogo. Niente viaggi. Niente incontri con pregiudicati. E una copia del provvedimento sempre con sé                                                         



Pinterest
0

Eail
Stampa
Berlusconi-day, ecco il verdetto-tipo

Non si chiama Silvio Berlusconi, ma anche lui è un cittadino italiano, ha più di 65 anni, è stato giudicato colpevole di un reato economico «commesso fino al 2003», deve scontare la sua prima e per ora unica condanna definitiva e ha un «adeguato domicilio» familiare che gli consente di sottrarsi al carcere. Tra i tanti provvedimenti di affidamento in prova ai servizi sociali, decisi nelle ultime settimane dal tribunale di sorveglianza di Milano, “l'Espresso” ha scoperto un caso specifico che presenta forti analogie con la vicenda giudiziaria del leader di Forza Italia, condannato a quattro anni di reclusione per una frode fiscale pluri-milionaria «commessa fino al 2003» attraverso i contratti internazionali di Mediaset.

Il protagonista del caso analogo, un imprenditore immobiliare lombardo condannato per una bancarotta da un milione e mezzo di euro, ha già ottenuto l'affidamento ai servizi sociali. E il tribunale gli ha imposto una serie di prescrizioni (obblighi e divieti) che traducono in concreto le astratte e spesso generiche formule del codice. Ogni condannato fa storia a sé, per cui i giudici nel caso di Berlusconi potrebbero anche decidere diversamente. Ma secondo gli esperti di diritto, il provvedimento applicato all'imprenditore lombardo rappresenta una sorta di verdetto-standard, che è ragionevole prendere come termine di paragone anche per l'attesissimo verdetto su Berlusconi.

Ecco, dunque, le prescrizioni applicate dal tribunale di sorveglianza di Milano nel recente caso analogo a quello di Berlusconi:

1. «Entro dieci giorni dalla notifica dell'ordinanza che concede l'affidamento, il condannato dovrà sottoscrivere le prescrizioni e prendere contatti l'ufficio esecuzione penale esterna (Uepe) incaricato di affiancarlo nell'opera di adattamento alla vita sociale».

2. «Dovrà mantenere contatti con l'Uepe secondo quanto da questo indicatogli».

3. «Dovrà fissare la propria dimora nel domicilio indicato» (che per Berlusconi è la villa di Arcore)

4. «Non potrà abbandonare la Regione Lombardia in assenza di autorizzazione».

5. «Non potrà compiere viaggi notturni, né all'estero».

6. «Non dovrà frequentare pregiudicati, tossicodipendenti o alcolisti, omettendo altresì di frequentarne gli ambienti».

7. «Potrà lasciare la propria dimora alle ore 6.00, per le sue esigenze di vita, e dovrà farvi ritorno entro le ore 23.00, con divieto di uscire fino al mattino successivo se non per comprovate gravi necessità, preventivamente comunicate alle Forze dell'Ordine».

8. «Dovrà predisporre tutti gli accorgimenti necessari per agevolare i controlli da parte delle Forze Dell'Ordine».

9. «Dovrà adempiere puntualmente agli obblighi di assistenza familiare».

10. «Dovrà adoperarsi per quanto possibile alla riparazione del danno provocato dal reato, secondo le modalità concordate con l'Uepe in sede di indagine sociale; l'Uepe verificherà altresì l'eventuale disponibilità dell'affidato allo svolgimento di attività socialmente utile».

11. «Dovrà portare sempre con sé copia del presente provvedimento».

12. «Dovrà richiedere almeno un mese prima, salvo sopraggiunte e comprovate necessità, ogni modifica alle prescrizioni».

13. «Gli spostamenti in giornata fuori dal territorio per motivi di lavoro o di salute o familiari, gli ampliamenti di orari per contingenze specifiche inerenti ad esigenze familiari (ad esempio matrimoni), pranzi o cene di lavoro, gli eventi luttuosi o particolarmente gravi di natura familiare, la partecipazione alle udienze civili o penali, saranno autorizzati dal direttore dell'Uepe, a ciò delegato, che ne darà tempestiva comunicazione al Magistrato di Sorveglianza».

Conclusione: «Il tribunale di sorveglianza AVVERTE l'affidato che, in casi di violazioni di legge o delle prescrizioni suddette, sempre modificabili dal Magistrato di Sorveglianza previa istanza all'Uepe, la misura dell'affidamento potrà essere sospesa e poi revocata». Con conseguente addio all'affidamento e immediato ingresso in carcere.

Severina Panarello, la donna che seguirà Berlusconi ai servizi sociali

10 aprile 2014 libero.it
Severina Panarello, la donna che seguirà Berlusconi ai servizi sociali
Chi è affidato in prova ai servizi sociali, chi deve scontare una pena fuori dal carcere a Milano, deve andare al numero 1 di piazza Venino, a pochi passi da San Vittore. E lì, nella sede dell'Uepe (Ufficio esecuzione penale esterna) che chi ha subito una condanna ma non viene sbattuto in carcere, verrà definito il suo destino. Un destino che potrebbe riguardare Silvio Berlusconi, condannato nel processo Mediaset, e sul quale il tribunale di sorveglianza di Milano deciderà a ore: arresti domiciliari (poco probabili) o affidamento a servizi sociali.
La "carceriera" - Se il Cav diventerà un lavoratore socialmente utile, dovrà recarsi all'Uepe di Milano per colloqui periodici con assistenti sociali, criminologi e psicologi. E come scrive il Fatto Quotidiano c'è una donna che, al pari di tutti gli altri "affidati", seguirà Berlusconi: è la dottoressa Severina Panarello, che dirige l'Uepe meneghino dopo aver diretto quello di Brescia. L'ex premier parlerà con lei, la attenderà in una sala d'aspetto al primo piano della struttura.
Nero su bianco - Negli uffici dell'Uepe, inoltre, è stato scritto il rapporto su Berlusconi che verrà esaminato dal tribunale di sorveglianza. Infatti la Panarello e il suo staff hanno scritto un rapporto sul Cav su precisa richiesta del Tribunale di sorveglianza, nonostante la pena effettiva che il Cav dovrà scontare sarà di nove mesi (tre anni indultati, restano 12 mesi ai quali verranno presumibilmente applicati degli sconti). Nel rapporto, il "progetto di giustizia riparativa", si mette nero su bianco un'ipotesi di percorso di "riparazione sociale", che passa attraverso il volontariato in una struttura che assiste anziani disabili, una di quelle strutture convenzionate con l'Uepe.
Numeri - Berlusconi, se sarà "affidato", dovrà presentarsi periodicamente negli uffici di piazza Venino, dove sarà uno dei 4.133 utenti della struttura guidata dalla Panarello. Di questi, poco più della metà scontano una pena alternativa al carcere (nel 2013, ricorda il Fatto, erano 2.190). Gli altri affidati ai servizi sociali, invece, non hanno una condanna definitiva: molti di loro, infatti, pagano il loro debito con la società per aver guidato in stato di ebbrezza.

Berlusconi a Servizi sociali? Uepe di Milano ha pronto progetto di “giustizia riparativa”

 

La dirigente dell''Ufficio esecuzione penale esterna Severina Panarello ha predisposto per l'ex premier un piano ad hoc. Nei prossimi mesi saranno diverse le visite agli assistenti sociali

Berlusconi a Servizi sociali? Uepe di Milano ha pronto progetto di “giustizia riparativa”

Una ragazza mora in jeans stretti aspetta il turno con in braccio la sua bambina che piange. Passa un assistente sociale con i capelli ricci che tenta invano di acquietarla. Ci riesce un’altra assistente, che porta alla bimba un libretto colorato di Peppa Pig. Sulle brutte seggioline da sala d’aspetto d’ufficio postale altre tre persone attendono. Un signore di mezza età con la camicia bianca, un giovane dalla carnagione scura, un uomo dai capelli lunghi e brizzolati. Sono tutti affidati in prova ai servizi sociali, cioè devono scontare una pena, ma fuori dal carcere. Sono tutti in attesa del colloquio periodico con l’assistente sociale. Da oggi, Berlusconi Silvio è uno di loro. Se il Tribunale di sorveglianza scarterà, com’è probabile, la soluzione di porlo agli arresti domiciliari, l’ex presidente del Consiglio diventerà un “affidato in prova ai servizi sociali” e dovrà imparare la strada per arrivare qui, in questo ufficio milanese. È al numero 1 di piazza Venino, a un passo dal carcere di San Vittore.
Qui ha sede l’Uepe di Milano, l’Ufficio esecuzione penale esterna, che gestisce tutti coloro i quali scontano una pena fuori dal carcere. Qui il condannato Berlusconi Silvio dovrà venire per i colloqui periodici con gli assistenti sociali, i criminologi, gli psicologi che veglieranno su di lui nei prossimi nove mesi. A occuparsene personalmente sarà la dottoressa Severina Panarello, che dirige l’Uepe di Milano dopo aver diretto quello di Brescia. Berlusconi Silvio dovrà salire a piedi le scale che portano al primo piano ed entrare nella sala d’aspetto, dove un agente della polizia penitenziaria (senza divisa) accoglie gli utenti dietro un piccolo banco da reception. “Lei è un affidato?”. Sulle seggioline, tutti aspettano il loro turno in silenzio. Il lungo corridoio sghembo sembra quello di una scuola, con le porte che danno non sulle classi, ma sugli uffici degli assistenti sociali e degli altri operatori dell’Uepe. In questi uffici è stato scritto il rapporto sul condannato Berlusconi Silvio che oggi sarà esaminato dal Tribunale di sorveglianza. Non la consueta “indagine socio-familiare” in cui sono descritte le caratteristiche della persona condannata, della sua famiglia, dei luoghi dove vive e dove lavora.
L’Uepe di Milano, struttura del Dipartimento amministrazione penitenziaria (quindi del ministero della Giustizia) è talmente oberato di lavoro che ha raggiunto un accordo con il Tribunale di Milano: niente “indagine socio-familiare” per condannati a una pena che non sia superiore a un anno. E Berlusconi Silvio ha avuto sì quattro anni, ma tre coperti da indulto, con pena effettiva, dunque, di 12 mesi, che diventeranno nove con gli sconti concessi dal nostro ordinamento. Invece Severina Panarello e il suo staff hanno redatto, su precisa richiesta del Tribunale di sorveglianza, quello che qui chiamano “progetto di giustizia riparati-va”: un’ipotesi di percorso di “riparazione sociale”, attraverso l’impegno come volontario presso una struttura che assiste anziani disabili, una di quelle convenzionate con l’Uepe. Così a Berlusconi Silvio sarà proposto di andare, una volta alla settimana, a dare una mano in un centro non troppo distante dalla sua villa di Arcore. Ma sarà il Tribunale di sorveglianza a decidere, oggi o entro i prossimi cinque giorni, se rendere operativa la proposta dell’Uepe e chiedere all’affidato Berlusconi Silvio di prestare la sua opera nella struttura prescelta. Di certo, dovrà presentarsi periodicamente negli uffici di piazza Venino. Sarà uno dei 4.133 utenti del servizio guidato da Severina Panarello. Di questi, poco più della metà (erano esattamente 2.190 nel 2013) sono più o meno nelle stesse condizioni dell’ex presidente del Consiglio, cioè persone che scontano la loro pena con misure alternative al carcere. Gli altri, sono affidati ai servizi sociali senza essere condannati definitivi (un migliaio di questi riparano per aver guidato in stato di ebbrezza). Gli operatori dell’Uepe di Milano sono fieri del loro lavoro: esibiscono le cifre sulla recidiva, secondo cui torna a commettere reati il 68 per cento di chi è stato in carcere e solo il 19 per cento di chi ha scontato pene alternative. In questa statistica per il 2014 entrerà anche il condannato Berlusconi Silvio.

mercoledì 9 aprile 2014

Uepe Milano, in 46 per 4200 persone

Uepe Milano, in 46 per 4200 persone

L'ufficio ha indicato struttura servizi sociali per Berlusconi



(ANSA) - MILANO, 9 APR - L'Uepe, Ufficio esecuzione penale esterna, era quasi sconosciuto fino a qualche giorno fa, quando quello di Milano ha redatto la ''proposta di giustizia riparativa" per Silvio Berlusconi in cui è indicata la struttura nella quale l'ex premier potrebbe svolgere un'attività, se ai servizi sociali. L'Uepe di Milano ha ora in carico 4200 persone a fronte di 46 assistenti sociali che se ne occupano, mentre dovrebbero essere in 90 se fosse rispettata la pianta organica prevista.
   

martedì 8 aprile 2014

Silvio Berlusconi e L'Ufficio Esecuzione Penale Esterna











domenica 6 aprile 2014

DDL CARCERI DIVENTA LEGGE: SVUOTERA’ (POCO) LE CARCERI, AUMENTERA’ (MOLTO) IL CONTROLLO SOCIALE

Radioondaurto.org

 

Sì definitivo dell’Aula della Camera ieri 2 aprile al disegno di legge sulle pene alternative al carcere, che contiene fra l’altro anche la depenalizzazione della cosiddetta “immigrazione clandestina” e le norme sulla messa alla prova. Il testo è stato approvato a Montecitorio con 332 sì, 104 no e 22 astenuti.
Si tratta della prima norma di iniziativa parlamentare sulla giustizia approvata in questa legislatura dopo la sua terza navetta (Camera-Senato-Camera).  L’obbiettivo è quello di svuotare le carceri, a meno di due mesi dalla scadenza dell’ultimatum dell’Ue che intima all’Italia di tornare a livelli umani di detenzione (attualemente oltre 60mila detenuti in carcere a fronte di poco più di 48mila posti ufficiali).
Secondo gli ultimi dati, ricorda, su 60.828 detenuti solo 37.000 sono i condannati in via definitiva, mentre il 40% della popolazione carceraria è in attesa di un giudizio definitivo: si tratta di ben 22.240 persone.
Con questa nuova legge i domiciliari diventano pena principale per le condanne sotto i 3 anni. Se invece la reclusione va da tre a cinque anni, sarà il giudice a decidere.   La detenzione non carceraria può avere durata continuativa o per singoli giorni della settimana o fasce orarie. Può essere eventualmente prescritto il braccialetto elettronico.
Nel caso di reati per cui è prevista la detenzione domiciliare, il giudice può affiancare alla condanna anche la sanzione del lavoro di pubblica utilità. Commentiamo tutto questo con Salvatore Ricciardi, del collettivo “Odio il carcere”, che ai nostri microfoni parla esplicitamente di un provvedimento volto non a diminuire l’affollamento carcerario, ma ad aumentare il controllo sociale. Ascolta o scarica il contributo [Download

Infine il governo trasformerà in semplici illeciti amministrativi una articolata serie di reati. La depenalizzazione riguarda tutte le infrazioni attualmente punite con la sola multa o ammenda e altre specifiche fattispecie come ad esempio l’omesso versamento di ritenute previdenziali e assistenziali o in materia di atti e spettacoli osceni, abuso della credulità popolare, rappresentazioni teatrali o cinematografiche abusive.   Oltre a questo anche il cosiddetto “reato di clandestinità”.
Ne parliamo con Guido Savio, avvocato dell’Asgi, associazione studi giuridici sull’immigrazione. Ascolta o scarica il contributo

venerdì 4 aprile 2014

Approvato in via definitiva ddl su misure alternative e reati minori

Leggioggi.it
La Camera dei deputati ha approvato il disegno di legge che depenalizza i reati minori tra cui l’immigrazione clandestina, introducendo con decisione il nuovo regime di messa alla prova, per favorire il ricorso alle misure alternative alla detenzione.
Con 332 sì, 104 no, 22 astenuti e ben 171 assenti, la Camera ha, dunque, affidato la delega al governo su depenalizzazione e messa alla prova, accogliendo, con un ulteriore provvedimento, il richiamo del presidente della Repubblica Napolitano sulla situazione drammatica delle carceri. Si tratta, infatti, di un testo differente sia da quello approvato proprio stamattina al Senato, che dallo svuota carceri, decreto convertito in legge lo scorso mese di febbraio.
Quello approvato a Montecitorio, non è altro che il disegno di legge delega, volto ad affidare al governo il compito di legiferare su alcuni ambiti lasciati in sospeso dalle recenti evoluzioni normative, sia per lo stato delle carceri di sovraffollamento cronico che, ad esempio, sul vuoto lasciato dalla Consulta dopo la bocciatura della legge Fini-Giovanardi sulle sostanze stupefacenti.
Già, perché all’interno del testo diventato legge si trova anche la previsione che dovrebbe annullare le ricadute penali per chi coltiva marijuana in modica quantità, riscrivendo, così, i parametri di punibilità per il possesso di sostanze illecite.
Al pari del ddl che ha ricevuto l’ok in Senato, invece, il provvedimento varato a Montecitorio, rispecchia un potenziamento dell’istituto degli arresti domiciliari, non solo come misura cautelare, ma anche in qualità di pena alternativa al carcere successiva alla sentenza di condanna. Secondo quanto previsto dal nuovo testo, i domiciliari dovranno trasformarsi nella soluzione più comune per chi incorre in contravvenzioni che contemplino arresto, o per tutti quei delitti per cui il tetto di pena non oltrepassi i tre anni. Entro i cinque anni, comunque, viene concesso un margine di discrezionalità per l’autorità giudiziaria per scegliere la via della detenzione domiciliare o quella carceraria.
Gli altri due punti principali della nuova legge sono la messa alla prova del detenuto e la depenalizzazione. Innanzitutto, viene stabilito che l‘obbligo di reclusione nelle strutture detentive non debba essere continuativo, ma possa essere ridotto ad alcune fasce orarie nel corso del giorno o della settimana, con utilizzo del braccialetto elettronico, come disponeva, di per sé, già il decreto svuota carceri.
A essere decisiva, comunque, sarà la condotta del detenuto: chi assumerà comportamenti non assimilabili a queste misure alternative, sarà costretto a rimanere in cella. Lo stesso, per coloro che non abbiano una dimora fissa a cui stabilire l’eventuale arresto, o per quei criminali seriali, ritenuti “delinquenti abituali” e di conclamato pericolo per la società.
Sul fronte della depenalizzazione, invece, mentre l’alleggerimento delle pene va di pari passo con il ricorso alle misure alternative alla reclusione, dall’altra alcuni reati vengono trasformati in illeciti amministrativi: è il caso, ad esempio, dell’immigrazione clandestina, introdotta nel 2009 e, oggi, a cinque anni di distanza, prossima alla scomparsa. Nello specifico, a essere investiti dello scarto penale degli illeciti, saranno quei comportamenti attualmente sanzionati con ammenda o multa.Ooltre a questa fattispecie ben definita, poi, usciranno dal novero dei reati perseguibili per via penale anche il mancato versamento di contributi previdenziali o al ricorso di atti e spettacoli osceni.
Ovviamente, per tutte queste misure, ora serviranno gli appositi decreti legislativi, ma certamente oggi è stato compiuto un passo importante da parte del governo Renzi, in previsione dell’annunciata riforma della giustizia di inizio estate.
Vai al testo completo del ddl su depenalizzazione e messa alla prova
 

giovedì 3 aprile 2014

Ordine del Giorno 9/00331-B/003 1.4.2014 - Misure alternative e Uepe

ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/00331-B/003

Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 202 del 01/04/2014
Firmatari
Primo firmatario: ANTEZZA MARIA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 01/04/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatarioGruppoData firma
AMODDIO SOFIAPARTITO DEMOCRATICO01/04/2014
IACONO MARIAPARTITO DEMOCRATICO01/04/2014
IORI VANNAPARTITO DEMOCRATICO01/04/2014
MARZANO MICHELAPARTITO DEMOCRATICO01/04/2014
VENITTELLI LAURAPARTITO DEMOCRATICO01/04/2014
CAPONE SALVATOREPARTITO DEMOCRATICO01/04/2014
Stato iter:
CONCLUSO il 01/04/2014

Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO01/04/2014

COSTA ENRICO SOTTOSEGRETARIO DI STATO GIUSTIZIA


Fasi iter:
ACCOLTO COME RACCOMANDAZIONE IL 01/04/2014
PARERE GOVERNO IL 01/04/2014
RINUNCIA ALLA VOTAZIONE IL 01/04/2014
CONCLUSO IL 01/04/2014


Atto Camera

presentato da
ANTEZZA Maria
testo di
Martedì 1 aprile 2014, seduta n. 202

La Camera,
premesso che:
occorre dare attuazione agli obiettivi di sviluppo delle misure alternative alla detenzione e all'introduzione nel nostro ordinamento di misure probatorie e sanzioni alternative alla carcerazione, in accordo con le raccomandazioni del Consiglio d'Europa;
il sistema penitenziario, a causa della maggiore allocazione delle risorse umane negli istituti di pena, orienta verso la detenzione persone che potrebbero, se adeguatamente sostenute da progetti di servizio sociale, espiare la pena nelle misure alternative;
ciò contribuisce ad accentuare il sovraffollamento delle carceri, fenomeno che è stato posto all'attenzione della Corte europea dei diritti dell'uomo nella sentenza dell'8 gennaio 2013;
le attuali dotazioni organiche non consentono di gestire adeguatamente il numero di sanzioni non detentive in corso né quelle conseguenti la normativa in via di approvazione;
la realizzazione efficace dei progetti relativi alle misure alternative alla detenzione, richiede un adeguato approccio sistemico in grado di fornire risposte personalizzate e diversificate, basate sul coinvolgimento delle potenzialità della comunità locale e del sistema integrato dei servizi, precipua competenza del servizio sociale professionale;
le ricerche più recenti dimostrano che l'accesso alle misure alternative alla detenzione, riducono in modo significativo il rischio di recidiva,

impegna il Governo ad adottare le misure di carattere organizzativo e finanziario, necessarie a coprire i posti vacanti della vigente pianta organica nei ruoli dei funzionari della professionalità del servizio sociale, anche mediante il ricorso alla procedura di mobilità da altre amministrazioni pubbliche, nonché a ripristinare la dotazione organica prevista dal Provvedimento del Capo dipartimento, 11 marzo 2014, nonché a risolvere il problema della dirigenza di esecuzione penale esterna, in attesa dell'espletamento dei concorsi pubblici per la copertura dei posti vacanti della vigente pianta organica attraverso l'espletamento delle funzioni di direttore degli UEPE di livello dirigenziale da parte di funzionari della professionalità di servizio sociale, opportunamente riqualificati e inquadrati, nonché ad istituire il ruolo di direttore di servizio sociale per la direzione degli UEPE non di livello dirigenziale e di vice direttore di servizio sociale negli UEPE delle città metropolitane, cui potranno accedere i funzionari della professionalità del servizio sociale già in servizio presso l'Amministrazione penitenziaria.
9/331-B/3Antezza, Amoddio, Iacono, Iori, Marzano, Venittelli, Capone.

Mordeglia (Cnoas):Misure Alternative «Necessario ampliare le risorse professionali e finanziarie»

vita.it


Mordeglia (Cnoas): «Necessario ampliare le risorse professionali e finanziarie»

di Redazione

Così commenta il Consiglio nazionale dell’Ordine degli Assistenti Sociali che sostiene l’Ordine del giorno inoltrato al Consiglio dei Ministri dalle On. Maria Antezza, Sofia Amoddio e altri, per l’adeguamento delle risorse dedicate al servizio sociale in merito all'ampliamento delle misure alternative alla detenzione

silavan mordeglia
Fonte: Cnoas
«Il nostro sostegno vuole anche rispondere alla richiesta della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo che chiede condizioni di vita dignitose nelle carceri e per questo si va nella direzione dell'ampliamento delle misure alternative. Ampliamento che potrà avere risvolti positivi solo se contestualmente vengono ampliate le risorse professionali e finanziarie indispensabili alla loro implementazione», continua Mordeglia di CNOAS.
L’Ordine del giorno vuole portare all’attenzione del Governo la necessità di potenziare gli organici degli Uffici di Esecuzione Penale Esterna (UEPE). «Le attuali dotazioni organiche, infatti - si legge nell’Ordine del giorno - non consentono di gestire efficacemente il numero di sanzioni non detentive in corso né quelle conseguenti la normativa in via di approvazione».
“La Camera impegna il Governo - continua l’Odg: ad adottare le misure di carattere organizzativo e finanziario, necessarie a coprire i posti vacanti della vigente pianta organica nei ruoli dei funzionari della professionalità del servizio sociale, anche mediante il ricorso alla procedura di mobilità da altre amministrazioni pubbliche, nonché a ripristinare la dotazione organica prevista dal PCD 11 marzo 2004, nonché a risolvere il problema della dirigenza di esecuzione penale esterna, in attesa dell’espletamento dei concorsi pubblici per la copertura dei posti vacanti della vigente pianta organica attraverso l’espletamento delle funzioni di direttore degli UEPE di livello dirigenziale da parte di funzionari della professionalità di servizio sociale, opportunamente riqualificati e inquadrati, nonché ad istituire il ruolo di direttore di servizio sociale per la direzione degli UEPE non di livello dirigenziale e di vice direttore di servizio sociale negli UEPE delle Città metropolitane, cui potranno accedere i funzionari della professionalità del servizio sociale già in
servizio presso l’Amministrazione penitenziaria».