L'ARCHIVIO DI OLTREILCARCERE

Dal 2007 al 2014 sono stati pubblicati più di 1300 documenti che hanno trattato argomenti riferiti al Servizio Sociale della Giustizia, agli Uffici per l'Esecuzione Penale Esterna, al Sistema dell'Esecuzione Penale Esterna attraverso solidarietaasmilano.blocspot.com

mercoledì 6 agosto 2014

RSU UEPE NOVARA Scrive al Ministro della Giustizia e ai Vertici del Dap sulla Drammatica situazione UEPE Novara


AL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA

alla c.a Onorevole Andrea Orlando

 

AL DAP DIREZIONE GENERALE

alla c.a Capo Dipartimento Dott.Pagano

 

AL DAP - DGEPE

alla c.a Dott. Petralla

Dott.ssa Crobu

AL DAP _ UFFICIO PERSONALE

 

alla c.a Dott. Turrini Vita

 

AL PROVVEDITORATO

alla c.a Dott.Sbriglia

Don.ssa Magnino

Dott.ssa Lombardi Vallauri

 

ALLA DIREZIONE UEPE

alla c.a Dott. ssa Gemelli - santina. gemelli@giu strzialt;

 

AGLI U.E.P.E.

alla c.a RSU

 

ALLE OO.SS.

CGIL - FP galasso@cgiltorino.it; annadonatagreco(@gmail.com; p.scappatura@csil.it

CISL * FPS cislfp.penitenziario@alice.it; antonio.napoli@tiscali.it;

asostino. giuliano@ giustizia.it

UIL-PA polpenuilJiemonte@,libero.it;

CONFSAL - LINSA info@sagunsa.it;

F.L.P. leonardo.giocoli@giustizia.it; flptorino@flp.it;flp@flp.it

SLTNAS sunas.nazionalel@,gmail.com; sunasapsministeri@gmail.com;

sunas.piemonte 1 @gmai1. com

USB penitenziari@usb.it;novara@,usb.it;

 

ALL'ORDINE NAZIONALE AA.SS info@,cnoas.it

 

ALL'ORDINE REGIONALE AA.SS

 

Oggetto: Drammatica situazione UEPE Novara

 

Con la presente si vuole nuovamente portare all’ attenzione dei competenti Uffici la drammatica situazione in cui si trovano a lavorare gli operatori dell'UEPE di Novara, situazione che sempre di più si sta aggravando e che si ripercuote sulla qualità del lavoro e sulle condizioni psico-fisiche degli operatori stessi.

L'incremento esponenziale del carico di lavoro, la sempre maggior problematicità dei casi trattati, la mancanza di risorse utili alla costruzione di progetti di inserimento minimamente significativi, rendono il lavoro quotidiano degli assistenti sociali, sempre più complesso.

Crediamo, per altro, che tale situazione sia comune alla quasi totalità degli Uepe che, se da un lato hanno sempre più affermato i propri strumenti professionali diventando un riferimento indispensabile per il territorio e per la Magistratura, dall'altro stanno via via rischiando di perdere quel prezioso bagaglio di competenze e di operatività, soffocati da ritmi di lavoro impossibili.

La situazione dell'Uepe di Novara non è isolata, ha certo è emblematica e crediamo pertanto di avere il dovere, oltre che il diritto, come lavoratori, come operatori sociali, come assistenti sociali della giuustizia. di continuare a denunciare apertamente lo stato delle cose.

Ad oggi, all'UEPE di Novara, a fronte di un organico previsto di n. 24 assistenti sociali, sono assegnate n. 9 unità. Di queste ben 4 sono, da anni, distaccate presso altri UEPE e,

pertanto, le effettive unità sulle quali si può fare conto sono 5, alle quali vanno aggiunte 2 assistenti sociali distaccate a Novara da altri Uffici - una da Torino e I'altra da Milano, la prima delle quali ha recentemente presentato istanza di revoca del distacco a far data dal 1 settembre 2014 e, pertanto, da quella data non sarà più in forza all'Ufficio.

 

In conclusione nell'Uepe di Novara, almeno fino al prossimo 31 agosto, il carico di lavoro

viene distribuito tra 7 assistenti sociali delle quali (da non dimenticare) 4 sono in parttime,

3 usufruiscono dei permessi ex L 104192 ed una svolge incarico di capo-area di servizio

Sociale. Gli assistenti sociali presenti hanno un'esperienza professionale, in media, di trent'anni.

L'età minima è di 49 anni, la massima di 59; il carico familiare è spesso pesante (genitori anziani da accudire, per esempio) e le condizioni di salute non sempre ottimali.

Il fenomeno dell'assenteismo è del tutto assente e solo con lo strumento del part-time o dei permessi ex L 104192 le assistenti sociali , tutte di genere femminile, riescono a bilanciare gli impegni lavorativi e familiari.

Il carico di lavoro procapite si aggira sui 90 / ll0 fascicoli.

 

Facendo le giuste proporzioni tra tempo lavoro e carico di lavoro, questo Ufficio è costantemente sotto i tempi già ritenuti insufficienti dalla Direttore Generale nella relazione del 28 febbraio 2014 (28 minuti a settimana per persona in carico ). Questo UEPE, con l’attuale carico di lavoro, riesce a garantire non più di 18 minuti a settimana per persona -

comprensivi dei tempi di spostamento per sopralluoghi, visite domiciliari e accertamenti di domicilio (si ricorda che il territorio di competenza si estende sulle province di Novara, del Verbano Cusio Ossola e della Regione Valle d'Aosta).

Gli adempimenti legati alla gestione di quei fascicoli (il cosiddetto "movimento di carte"), non è mai stato quantificato, ma sempre di piir impegna gli assistenti sociali in incombenze che rischiano di diventare prevalenti rispetto agli interventi professionali.

 

Si ricorda, inoltre, che I'UEPE di Novara ha (coraggiosamente) aperto, nel 2004 e nel 2009, le due sedi di servÌzio nei territori più distanti (Aosta, prima e Verbania successivamente).

L'intento, sostenuto dagli allora vertici del PRAP e del DAP, era duplice, da un lato quello di rendere sempre più concreto il rapporto col territorio al fine di sviluppare sinergie con i diversi Enti e condividere anche fattivamente l'esecuzione penale con il territorio di vita delle persone, dall'altro rendere un servizio di vicinanza proprio alla persone in esecuzione penale, rendendo più fruibile ed a costi minori la risorsa professionale dell'UEPE.

 

In questo momento di estremo depauperamento di risorse professionali  di questo UEPE le sole 7 assistenti sociali presenti - ricordiamo che in pianta organica sono previsti n. 24 Ass. Soc e questo Ufficio, da anni, ha n. 4 Ass.Soc dislocati in altre sedi - non riescono più a garantire gli interventi richiesti e le scadenze della Magistratura.

La boccata d,ossigeno rappresentata dall'immissione delle assistente sociali con contratto di collaborazione (progetto Master), si è rivelata una vera e propria meteora : a partire dal mese luglio 2013 e fino alla fine di giugno 2014, l'Ufficio di Novara si è potuto avvalere della collaborazione (con un contratto di ben 20 ore alla settimana) di un’assistente sociale che è stata incaricata di affiancare l'unica collega operante nel territorio della Val d'Aosta.

A giugno il progetto si è concluso, l'incarico di quell'ass. sociale non è stato più rinnovato e necessariamente, uno degli operatori che oggi si occupa del territorio di Novara (già  con un notevole sovraccarico di lavoro) dovrà sostituirla in Aosta, riducendo ulteriormente le risorse in un territorio già cosi problematico.

 

Noi operatori, in queste condizioni, andiamo avanti giorno per giorno, rincorrendo faticosamente le urgenze  senza trovare tempo e spazio, anche mentale, per ragionare sulle situazioni, sulle metodologie di intervento o per progettare: in parole semplici, si lavora male. L’unica forza che abbiamo è quella dell'esperienza, ma è ben poca cosa se non supportata da un modello organizzativo efficace e solido e da adeguate risorse.

·         Non possiamo accettare di caricarci, a livetlo personale, di responsabilità

che sono dell' organizzazione

·         non possiamo accettare di veder "soccombere" colleghi perchè più "fragili" di altri o semplicemente perchè pressati da carichi personali o familiari più pesanti;

·         non possiamo accettare di doverci misurare con errori o inefficienze di cui non siamo responsabili;

e, ancora di più:

·         non posiamo accettare che tali inefficienze si ripercuotano direttamente.

sugli utenti e sulla collettività in genere'

 

Siamo perfettamente consapevoli del difficile momento economico che sta attraversando il

Paese ed abbiamo ormai ben compreso come i settori come quello dove lavoriamo non siano ritenuti, specie in momenti di crisi, settori in cui è importante investire davvero!!!!!!

 

Crediamo però che sia miope non guardare al futuro e pensare di costruire una seria politica penale, della quale da anni si parla e che finalmente si sta iniziando a sperimentare (inutile negarlo, su sollecitazione, non più ignorabile, da parte dell'Europa), senza dare respiro ad un settore il cui ruolo sta sempre più connotandosi in termini prevalenti. Purtroppo è necessario però constatare che, alle innovazioni dettate dalle recenti normative (l'ultima è la legge 67 del 28 aprile 2014 che introduce la "messa alla prova "), non corrispondono concreti segnali volti a potenziare e a valorizzare il sistema dell'esecuzione penale esterna, contesto istituzionale cui è affidato il compito di applicazione delle norme in questione.

 

L'Uepe di Novara, come gli altri Uepe, si è sin da subito attivato per costruire delle prassi operative efficaci, necessarie a "dare gambe" ai principi di quella normativa, scontrandosi con le problematiche gestionali, organizzative ed operative ben note, che rischiano di compromettere la piena attuazione della norma, paralizzando I'intero sistema dell'esecuzione penale esterna.

Negli incontri effettuati presso i Tribunali locali si è rilevato un forte interesse da parte dei Magistrati  ad avviare una collaborazione efficace e si è percepito come l'Uepe sia valutato interlocutore serio e credibile anche dalla Magistratura ordinaria e non solo da quella di Sorveglianza.

E' però fondato il timore che se continuerà il silenzio, da parte dell'amministrazione penitenziaria di fronte alle innumerevoli richieste volte a potenziare le risorse professionali e strumentali di questo Uepe, così come degli altri, non si potrà, di qui a breve, che prendere atto del fallimento della potitica-penale che, introducendo anche per gli adulti il sistema della "messa alla prova, indirizza i propri obbiettivi, finalmente e concretamente, sull'utilizzo del carcere come "extrema ratio".

 

·         E' vero, quindi, che rispetto all'Area Penale Esterna vi è un progetto di progressivo

depotenziamento delle professionalità sociali in favore di un maggior investimento nella professionalità " di polizia" ?

·        E' vero, quindi, che il grande bagaglio professionale degli operatori sociali del  settore Penitenziario e degli  assistenti sociali in particolare, nel costruire percorsi di

reinserimento per  i soggetti condannati, non è valutato come punto di forza dall’amministrazione, interessata invece a privilegiare le istanze di sicurezza di cui si fa promotrice la Polizia Penitenziaria?

·         E' vero, quindi, che, ancora una volta, il volto diverso delle politiche penali è

destinato a rimanere solo una dichiarazione rti principio che nasconde l'assoluta mancanza di volontà al cambiamento?

 

Se così non fosse, è urgente che le richieste di integrazione degli organici che consentirebbero ull’Ufficio di affrontare gli incarichi attuali e i futuri, abbiano risposte urgenti e chiare ed, in particolare, le RSU scriventi, non .vedono come sia possibile operare nell'Uepe di Novara, con standard qualitativi minimamente decenti:

 

·         Senza l’immissione di almeno due unità di servizio sociale a tempo pieno, che

colmino, in parte, il vuoto lasciato dai distacchi accordati negli anni passati;

·         Senza una seria ridefinizione del territorio di competenza che affronti l’annosa

questione della Valle d’Aosta con l’attribuzione di quel territorio di Torino ( ipotesi più volte valutata e sostenuta anche dai responsabili del PRAP e dal precedente provveditore

con i quali ci si era confrontati, proprio perché più logica collocazione in relazione alla distanza ed ai mezzi di collegamento) o in subordine, oggi gravate da problematiche di varia natura che rendono difficoltoso il pieno utilizzo delle risorse umane presenti e senza I'adeguamento delle piante organiche per quanto riguarda le varie figure professionali (ci riferiamo in particolare all’area amministrativa nella quale si chiede di avere personale formato per la rielaborazione dei cartellini e per I'inserimento SDI, oltre che il personale di ragioneria, già assegnato a questo UEPE ma non più sostituito dopo il suo trasferimento )

·         senza un serio intervento che risolva le questioni relative ai mezzi e strumenti in

dotazione, a partire dalle auto di servizio (la sede di servizio di Verbania sta usando un'auto a noleggio il cui contratto scade il prossimo 24 luglio e poi cosa succederà?).

·         senza una reale riorganizzazione complessiva  delle segreterie, oggi gravate dalle

problematiche di varia natura che rendono difficoltoso il pieno utilizzo delle risorse umane presenti e  senza I'adeguamento delle piante organiche per quanto riguarda le varie figure professionali (ci riferiamo in particolare all’area amministrativa nella quale si chiede di avere personale formato per la rielaborazione dei cartellini e per I'inserimento SDI, oltre che il personale di ragioneria, già assegnato a questo UEPE ma non più sostituito dopo il suo trasferimento )

·         senza un serio intervento che risolva le questioni relative ai mezzi e strumenti

in dotazione, a partire dalle auto di servizio (la sede di servizio di Verbania sta usando un'auto a noleggio il cui contratto scade il prossimo 24 luglio e poi cosa succederà?) L’R.S.U. dell'UEPE di Novara chiedono quindi agli organi competenti di farsi carico in termini chiari delle problematiche rappresentate e chiedono altresì un incontro urgente con il signor Provveditore.

 

 

 

Associazione "Socialismo Diritti Riforme" : Sardegna- potenziare Uepe, per favorire misure alternative al carcere

 

 
 
Ristretti Orizzonti, 5 agosto 2014
 
"In Sardegna e in particolare a Cagliari è indispensabile potenziare il personale degli Uffici per l'Esecuzione Penale Esterna altrimenti c'è il rischio che le misure alternative al carcere restino solo un'illusione con gravi ripercussioni sanzionatorie europee e aggravi di spesa per lo Stato". Lo afferma Maria Grazia Caligaris, presidente dell'associazione "Socialismo Diritti Riforme", sottolineando che "la legge 67 del 2014 ha introdotto nel codice penale e in quello di procedura penale l'istituto della messa alla prova attivando un'importante riforma per ridurre il sovraffollamento. Si tratta dell'impiego delle misure alternative che garantiscono tassi di recidiva ridotti rispetto alla reclusione".
"Ciò nonostante l'Ufficio Uepe di Cagliari - osserva Caligaris - che comprende 157 Comuni per un numero di abitanti di oltre 852 mila persone, non è nelle condizioni di far fronte alle esigenze. È carente il personale del servizio sociale, con particolare riferimento agli psicologi e agli educatori, e quello contabile. Fanno riferimento all'Uepe del capoluogo gli Istituti Penitenziari di Buoncammino, Iglesias, Is Arenas, Isili e Lanusei. Inoltre con la sede di servizio di Oristano (compresi Massama e Macomer) copre il 70% dell'intero territorio dell'isola".
"Appare paradossale - evidenzia ancora la presidente di Sdr - che non solo non disponga dell'autonomia contabile, dovendo pertanto dipendere anche per le spese ordinarie dalla Casa Circondariale di Cagliari, ma possa contare solo su dotazioni informatiche obsolete e non abbia ancora attivato un sito internet. Ha necessità inoltre di spazi adeguati e di un sufficiente numero delle indispensabili auto di servizio".
"Non è pensabile - sottolinea ancora Caligaris - che una struttura così importante e complessa, la cui funzionalità garantirebbe il sistema di probation giudiziaria dando una reale svolta al problema del sovraffollamento, possa permanere in una condizione di costante emergenza. Non è sufficiente neppure contare sulle indiscusse qualità organizzative del dirigente che, oltre a un protocollo d'intesa con il Tribunale di Sorveglianza, ha attivato convenzioni con amministrazioni, enti e associazioni di volontariato. Per mettere le ali a una riforma molto innovativa nel sistema sanzionatorio penale è determinante creare i presupposti anche informativi. La sensazione è che si corra il concreto rischio di rendere sterile l'impegno nella predisposizione e attuazione di programmi di messa alla prova e di percorsi di recupero e sicurezza sociale con trattamenti personalizzati".
"Non è con la costruzione di nuove carceri dunque che si riduce il sovraffollamento ma con il potenziamento dei servizi dell'Uepe e dell'Ufficio di Sorveglianza di Cagliari. La strada chiaramente indicata dalla riforma valorizza il ruolo della esecuzione penale esterna e può incidere positivamente sulla società attivando iniziative di pubblica utilità che coinvolgono gli Enti Pubblici e Privati affinché il dettato della Costituzione possa davvero - conclude Caligaris - essere pienamente rispettato".